Entro in mediazione a condizione che...

Penso che ci vorranno anni per riuscire a sedermi al tavolo della mediazione e dare per scontato che, almeno la procedura e le fasi iniziali siano conosciute dalle parti e dai rispettivi legali;

Ricordo che circa 15 anni fa quando iniziai ad occuparmi di mediazione ero convinto che dopo qualche tempo la maggior parte delle persone avrebbero parlato di mediazione e ne avrebbero saputo cogliere il valore aggiunto; purtroppo 15 anni sono trascorsi e devo affermare che, non solo la conoscenza dell'istituto è assolutamente carente ma mi ritrovo a vivere mediazioni che se non le vivessi personalmente le considererei surreali.

Da quando la normativa sulla mediazione civile e commerciale è stata dichiarata incostituzionale per "difetto di delega", cosa che non è chiara ai più ed è diventata oggetto di interpretazioni tra le più disparate, è nato il "primo incontro", passaggio che il legislatore ha deciso di introdurre senza tanto occuparsi di descriverne le modalità e lo svolgimento.

Se per i più è difficile comprendere le ragioni della bocciatura della Corte Costituzionale, ancora di più è difficile dare al primo incontro una concreta e chiara veste.

E' così che i mediatori si sono chiesti se dovevano permettere alle parti di entrare nel merito, se dovevano limitarsi al discorso iniziale e ancora di più quali erano le ragioni plausibili affinché le parti ritenessero che il loro conflitto non fosse mediabile; sembra incredibile come un istituto che si basa su un, e dico un solo Decreto Legislativo, riesca ad occupare uno stuolo di esperti che quotidianamente si spendono nel tentativo di interpretare quello che sarebbe giusto in un paese che si definisce tale fosse chiaro e scevro da possibili fraintendimenti.

E' così che ho assistito ad un altro momento di "mediazione a condizione che...":

inizia così il fantomatico primo incontro tra il Sig. Bianchi e il Sig. Verdi rappresentati dal proprio Avvocato, anzi, scusate, gli Avvocati che si presentano in nome per conto dei propri clienti che aimè sono impossibilitati a presenziare; qualcosa sembra aprire uno squarcio quando il legale del Sig. Verdi sfodera un'email con le condizioni del suo assistito; condizioni che sembrano esposte in un giusto mix tra dare e avere e quindi intravedendo un lavoro del legale che sembra promettere bene.

Al termine dell'esposizione dell'Avv. del Sig. Verdi, assente perchè all'estero (naturalmente sfugge al legale che nulla osta alla presenza della parte in videoconferenza), lo stesso comunica la propria intenzione di entrare in mediazione ma "a condizione che" il Sig. Bianchi accetti rigorosamente, senza se e senza ma, quanto proposto dal Sig. Verdi.

Il lavoro del mediatore a questo punto, come accade di consueto, si sposta sulla questione di metodo abbandonando la sostanza e le ragioni del contendere e, nonostante la buona volontà del sottoscritto, l'Avv. del Sig. Verdi comunica che entrerà in mediazione ma: a condizione che la mediazione avvenga subito, che la parte accetti "alla lettera" quanto proposto e firmi contestualmente l'accordo senza possibilità di alcuna neppur infinitesima modifica, essendo il legale impossibilitato a sentire la parte che, ricordo, è all'estero (siamo nel 2017!).

Ometto la sempre più ricorrente richiesta dei legali che si sostanzia nella frase "Lei mediatore provvederà a verbalizzare che..." obbligando il sottoscritto a ricordare al legale come il verbale sia nelle disponibilità e "solo" nelle disponibilità del mediatore, che si rende responsabile di quanto scriverà sullo stesso nel rispetto della normativa.

E così mi ritrovo a narrare un altro spaccato di vita nel "primo incontro" dove l'unica sconfitta è sempre e solo la "mediazione", sempre più lontana dalla propria "essenza" e impossibilitata ad esprimere le proprie qualità e doti...