Mediazione sottocosto

Quando decido di comprarmi un prodotto mi assicuro che non ci sia una promozione, magari un SOTTOCOSTO così da poter risparmiare il più possibile, conscio che lo stesso prodotto pagato il meno possibile mi permetta di risparmiare. Questo concetto spesso viene oggi esteso anche al mondo dei servizi e quindi si cerca anche un professionsita sulla base del costo basando ogni valutazione partendo da quella economica.

 

Difficile sostenere che anche quando si cerca un professionista il criterio del costo sia il più importante, ci vuole una grande dose di ignoranza (intesa naturalmente come mancata conoscenza) per pensare che questo criterio, a se stante, possa metterci al riparo da ogni rischio avendo prodotto quello che ad alcuni appare essere l'unico paramentro da considerare.

Eppure nonostante ciò sono molte le attività di servizi che subiscono la "prova del costo" al punto da basare i propri sforzi nel contenimento dello stesso per non vedersi polverizzare dal mercato. Il mercato sembra volere TUTTO: un servizio efficiente, unico e al minor costo, dove l'importante è non sacrificare quest'ultimo.

Allora cerco il Commercialista che costa meno perchè alla fine ho poche fatture all'anno, cerco l'Avvocato più economico possibile perchè in fondo si separano tutti e quindi una separazione dovrebbe essere ben semplice da fare... e via dicendo.

Per quanto riguarda la mediazione il problema fin dal Decreto 28/2010 che l'ha disciplinata non si è mai posto; il legislatore di fatto ha detto quanto segue:

"tu mediatore dovrai lavorare ad una tariffa rigida e ridicola, dedicare tutto il tempo opportuno a forfait e il primo incontro lo farai gratuito, tu organismo guadagnerai poco o niente e dovrai cavartela da solo".

E allora il buon mediatore ha pensato che fare questa attività non poteva che essere una "passione" e ha religiosamente tenuto il piede fermo nella propria professione per dare da mangiare alla famiglia; ha accettato silente di recarsi gratuitamente presso l'organismo di mediazione dove terrà uno o magari più incontri gratuitamente e si sentirà dire continuamente che la mediazione "costa".

Per dare un numero a questo costo ipotizziamo una richiesta di Euro 25.000,00 da parte del Sig. Rossi al Sig. Bianchi; dopo il famoso primo incontro gratuito i convenuti accettano di entrare in mediazione e sosterranno una spesa di Euro 240,00 per parte. Tale importo prevede un numero di ore indefinito e incontri indefiniti.

Possiamo immaginare che se una causa oggi dura anche diversi anni, difficilmente si potrà pensare ad un accordo in un incontro di un'ora; ipotizziamo che l'organismo divida il compenso a metà con il mediatore (240 euro a testa); in questo miracoloso caso il mediatore guadagna ben 240 euro, tuttavia è più ragionevole parlare di una media di 6 ore in tre sedute. Tale importo quindi diventa di 40 euro ora comprensivo di ogni e qualsivoglia spesa. Se poi dovesse durare di più si arriverebbe ad un compenso orario che non mi sento neppure di quantificare.

Ipotizziando una chiusura con accordo della mediazione le parti dovrebbero mettere nuovamente le mani nel portafoglio per ulteriori 90 euro.

Non penso serva a questo punto che indugi nel calcolare quando costerebbe in termini di tempo e soldi adire le vie legali alle parti per comprendere quale sia la scelta economicamente più conveniente.

In questa prima parte mi limito a dire la mia opinione su alcune affermazioni dei legali che sipresentano in mediazione con il desiderio di evidenziarne l'inutilità:

- Noi legali mediamo già tra le nostre parti non serviva questo istituto: questa frase fa ben comprendere quanto tempo tale professionista ha dedicato allo studio della mediazione visto che il mediatore esordisce con le seguenti parole: "il mediatore è soggetto terzo che non ha mai conosciuto le parti...", diventa quindi imbarazzante questa riscrittura della storia dove si fa coincidere la figuara del mediatore con quella del legale della parte. Sicuramente il legislatore non ha brillato quando ha deciso di chiamare mediazione quella tributaria dove il terzo è ancora l'Agenzia delle Entrate, sembra che nel nostro paese essere chiari sia una sorta di patologia pericolosa.

- La mediazione costa perchè si aggiunge all'eventuale giudizio: sarebbe come dire ad un medico di non valutare se operarmi ma di procedere direttamente all'asportazione dell'eventuale organo così mi evito le spese di ogni accertamento o possibilità di scoprire che alla fine quell'intervento non serviva a nulla perchè si poteva risolvere tutto senza.

- Gli italiani amano litigare: infatti è risaputo che in Tribunale finalmente le parti possono sfogarsi davanti ad un Giudice pronto a raccogliere il loro sdegno e ad aiutarli a vendicarsi dell'avversario. Questo nasce dall'essere cresciuti con le serie "legal" di oltre oceano e quindi sentiamo il desiderio di vedere le faccie dei giurati e sentire l'arringa del nostro avvocato e il martelletto del giudice che finalmente ci restituisce il mal tolto.

- Meglio non allungare i tempi così controparte non ne appriofitta e possiamo subito andare in giudizio. Penso non serva alcun commento.

Mi preme tuttavia qui, considerando che molti mediatori, viste le copiose entrate, si aggiornano poco tentando di spendere il meno possibile, porre l'accento sulla credibilità del mediatore; come potrebbe un mediatore essere considerato soggetto credibile ed effciente se i parametri di considerazione sono quelli richiamati? Possiamo sperare di avere bravissimi mediatori quando viviamo in un mondo legato alla remunerazione e una legge che ragiona all'opposto?

Personalmente mi sono accorto che se esordisco dicendo solo che sono "mediatore" non ho lo stesso appeal che se aggiungo che sono Dottore Commercialista, Revisore dei Conti, Curatore Fallimentare, Commissario Giudiziale, CTU ecc., peccato che se accetteranno di mettersi al tavolo e farsi accompagnare dal sottoscritto potranno apprezzarne le doti e raggiungere un accordo senza nessuno dei titoli se non il primo ed il primo soltanto, sono MEDIATORE, pronto ad aiutarvi a provare a superare il Vostro conflitto, pronto ad aiutarvi a guardare avanti, a raggiungere un accordo efficiente subito, pronto a farvi ritornare al lavoro prima possibile, lasciando a Voi la libertà di decidere fino all'ultimo, lasciandovi attori della trattativa, lasciandovi vivere il conflitto in prima persona come attori, attori del cambiamento che d'incanto vi farà lasciare alle spalle nel modo migliore possibile quanto accaduto.

Ciò vi sembrerà eccessivo, ma eccessivo è ancora pensare che sia il Tribunale oggi a garantire ciò, Tribunale che doverbbe essere come una sala operatoria: "ci entro quando non posso fare diversamente e per fortuna esiste".

Continuerò a parlare nel prossimo articolo della mediazione, quella che pochi conoscono anche tra coloro che ne parlano e la utilizzano.

 

Alfonso Lanfranconi