Metodologia

Ho pensato di aprire un sito perché sento l’esigenza di provare a trasformare in parole il mio vissuto considerandolo come una lavagna dove appuntare il cammino, quel cammino fatto di passi avanti, soste e anche ripensamenti. Una lavagna come compagna di viaggio di tutte le maturazioni del QUIEORA.

Per fare ciò è comunque necessaria una riflessione sul metodo di lavoro, un metodo che sia semplice ma allo stesso tempo coerente con l’essenza di chi scrive.

 Il sito ha sezioni dedicate alla mediazione nelle varie declinazioni e pulsa del processo di affermazione di questa modalità di affrontare i conflitti, ma ha anche una sezione (quella dove compare questo articolo) che si chiama “superare il conflitto” e che ha l’ambizione di essere fluida, dove il baricentro è l’individuo in tutte le sue declinazioni.

Penso l’essere umano non inventi nulla, quando scelgo un libro, a volte leggo spunti, idee, visioni affascinanti che mi stupiscono e che faccio mie portandole nella mia esperienza quotidiana; altre volte leggo quello che già sentivo ma al quale non avevo dato un nome e una forma. Quest’ultima sensazione è sicuramente la più appagante e avviene quando un libro arriva tra le mie mani per dirmi e sottolinearmi ciò che già sapevo ma che era necessario che qualcuno mettesse organicamente nero su bianco.

Sottolineo ciò perché penso che molti di noi scrivano cose che hanno letto da qualcun altro, scrivano altre volte cose che altri hanno detto e che non hanno mai letto e scrivano a volte cose nuove ma che molti sentono e vivono già pur non avendole scritte.

Il mio desiderio è un desiderio di trasparenza, il desiderio di usare la scrittura come modo per mettere un punto fermo a qualcosa che pur essendo senza tempo necessita di un posto per fermarsi e diventare una possibilità di riflessione per chi lo desidera.

La scrittura non riesce a colmare la grandezza di una relazione, dell’empatia che si sviluppa quando due o più individui interagiscono, ha però il pregio di diventare un veicolo di riflessione, uno spunto di lavoro, un gesto di collegamento tra chi è pronto a lanciare un messaggio e chi è pronto a riceverlo e a farne tesoro.

Sarà mia premura quindi usare le citazioni ogni volta che riprenderò un concetto che ho già letto per dare la possibilità di andare alla fonte, quando ciò non avverrà potrà anche essere perché riprendo quanto già detto da qualcun altro oppure perché sono il primo a fare una riflessione, tuttavia penso che ciò conti veramente poco perché mi auguro che l’interesse sia quello di arrivare a sentirsi sempre più come UNO e non come schegge impazzite, compagni di viaggio in quella che il visionario Charles Haanel definisce “la Mente Universale”.

Il mio obbiettivo è di dare corpo al mio essere sassolino sulla spiaggia, sperando di dare anche il più piccolo contributo per la conoscenza dei conflitti e per incentivare chi si sente di ascoltare quella parte di noi che vuole sintonizzarsi sull’energia positiva, convinto che se si vuole cambiare si può cambiare, se si vuole qualcosa lo si può ottenere ma per farlo è necessario comprendere alcune dinamiche di relazione e convincersi che quello che ci aspetta è “un mondo possibile”.

Alfonso

 

- La chiave suprema. Charles Haanel - Macro Edizioni