Quando un conflitto rischia di trasformarsi in violenza e quali sono le fasi principali
Conflitto s. m. [dal lat. conflictus -us «urto, scontro», der. di confligĕre «confliggere»]. –
In psicologia è lo stato di tensione e di squilibrio in cui l’individuo viene a trovarsi quando è sottoposto alla pressione di tendenze, bisogni e motivazioni fra loro contrastanti.
Tratto dal Vocabolario "Treccani"Il vocabolo "conflitto" viene da latino cum = insieme + fligere = urtare, sbattere contro;
il cum sta a indicare che l’urto non è unilaterale, ma coinvolge almeno due parti, è un confronto tra due forze contrapposte, sia all’interno dell'individuo, sia tra uno o più individui, sia tra uno o più gruppi.
Nella lingua italiana, sono sinonimi di conflitto: contrasto, scontro, divergenza, litigio, opposizione, urto, discordia, incompatibilità, lotta, combattimento e, per estensione, guerra…
In questi sinonimi si ravvisa tutta l'estensione del conflitto che da "differenza di vedute" porta verso la lotta e il combattimento tipici della violenza.
Il conflitto è una realtà immanente, è causa ed effetto delle differenze “naturali” che si trasformano in divergenze e che se trascurate possono trasformarsi in scontri originando la violenza.
Per questo, il conflitto è, non accade.
Il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi.
(Sun Tzu)
(Sun Tzu)
"Tutti noi viviamo in un paradosso: da una parte in genere ci insegnano fin da piccoli che litigare è un male, dall’altra parte dobbiamo continuamente affrontare piccoli e grandi conflitti, spesso senza avere gli strumenti minimi per “starci” senza farne un dramma. Così, c’è chi fugge, chi rimuove, chi prende la scorciatoia della violenza, chi si lamenta e basta... Eppure, il conflitto è una straordinaria opportunità di autoconoscenza e di crescita; perché segna il confine tra “io” e gli altri, le altre; tra le mie esigenze, le mie emozioni, i miei bisogni e quelli altrui. Al contrario della violenza, che cancella l’altro come soggetto, il conflitto esiste solo dove c’è relazione». (Da La Grammatica dei conflitti, di Daniele Novara).
Parlare di conflitti significa parlare di relazioni; il conflitto è parte integrante della relazione, non va evitato ma accolto e gestito. Nella sua accezione originaria il significato di conflitto va rovesciato e considerato un'opportunità di crescita, va vissuto in modo creativo e generativo, uno strumento prezioso di conoscenza di se stessi e una possibilità per avere un nuovo sguardo sulla relazione con il prossimo.
Ci sono diverse teorie sull'escalation del conflitto che trasforma un semplice dissenso in violenza ma per semplicità